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GIADA VALENTI, LA VOCE CHE UNISCE I DUE MONDI.

La Voce di New York

Lunedi 5 Maggio 2014  Liliana Rosano

Giada Valenti, Angela Sciddurlo Rago, Emelise Aleandri : tre donne italiane attivissime, sempre in prima linea.

 

Giada Valenti canta meravigliosamente, da otto anni, su ogni palcoscenico americano. Quando vedete il suo nome in cartellone, correte a vederla, a sentirla. La sua voce è un balsamo per l’anima. L’abbiamo applaudita entusiasticamente nella bella sala 352 West 44th, noto ristorante e club musicale. Fra una canzone e l’altra, gran senso dell’umorismo mentre narra episodi della vita degli autori di canzoni e comunica sorridendo col pubblico. Ci ha fatto risentire il meglio di Gino Paoli (anche « E mi innamorerei »), di Salvatore Guaragna (che dovette cambiare il suo nome e fece poi il musical « 42nd Street »), Edith Piaf, di cui sottolinea l’origine italiana.

 

Canta con passione « La vie en rose » e ci dice che se dicesse a Parigi che Edith ha sangue e sensibilità tipicamente italiani la lincerebbero.Termina con canzoni di Modugno. Viene aiutata in coro dal pubblico quando ci fa rivivere il trionfo di « Volare ». Una serata indimenticabile.Il pubblico l’ha circondata e ammirata per almeno venti minuti. Era ancora piena di gioia e di energia.

 

L'ITALIA AL FEMMINILE

Domenica 28 Luglio 2013 - Mario Fratti

NEW YORK\ aise\ - La cantante Giada Valenti tornerà in Italia quest’estate per una serie di concerti, il primo dei quali al Teatro Russolo di Portogruaro, in provincia di Venezia, città natale dell'artista. Ancora da definire sono le date e il programma completo dei concerti che seguiranno, ma l’intento è quello di partecipare a festival e rassegne per far conoscere anche al pubblico italiano la propria musica.

 

Giada Valenti vive ormai da otto anni principalmente a New York e in America è conosciuta e apprezzata soprattutto dai tanti italo-americani affezionati alla cultura del Bel Paese. Qui si è trasferita nel 2004, dopo il dimostrato interesse da parte di un’etichetta discografica con la quale ha inciso nel 2005 l’album "Italian Signorina". Per la versione di "Caruso" contenuta nel disco Giada Valenti venne invitata quello stesso anno ad esibirsi sul tappeto rosso della famosa parata del Columbus Day di New York City, quale interprete di riferimento della musica italiana, e l’invito si è rinnovato in tutte le edizioni a seguire.

 

Il secondo disco della cantante uscito nel 2008 è "And I love you so", che prende il titolo dall’omonimo brano di Don Mclean, reso famoso da Perry Cuomo; l'album di Valenti, però, a differenza del primo che rendeva omaggio principalmente agli autori italiani, si concentra sull’amore e le sue sfumature raccontate attraverso musiche di artisti internazionali. Da "It’s impossibile (Somos Novios)" di Armando Manzanero a "La Voglia. La Pazzia", con musica di Toquinho e testo del poeta Vinicius de Moraes, a "Estate" e "Se", brano tratto dalla colonna sonora di "Nuovo Cinema Paradiso" firmata Ennio Morricone.

 

Giada Valenti, nata e cresciuta nella provincia di Venezia, ha qui conseguito gli studi musicali, esibendosi dal vivo in diverse formazioni musicali fin dai 12 anni. Prima degli Usa, si era trasferita in Olanda per motivi affettivi: anche qui ha continuato la sua attività artistica vincendo anche il concorso per gli italiani all’estero "San Remo New Talents in the World", con il brano "Solo con te". Questa vincita le ha dato l’opportunità di firmare il primo contratto con la casa discografica BMG, per la quale ha inciso alcuni brani, uno dei quali utilizzato anche per uno spot pubblicitario.

 

In America sono stati diversi i riconoscimenti ricevuti dalla cantante per la sua attività artistica: nel 2008 è stata nominata "Donna dell'Anno" dall'Organizzazione della Caritas Italiana in America. Nel febbraio del 2010 è stata onorata dalla Commisione per la Giustizia Sociale dell'Ordine dei Figli d'Italia in America quale perfetta rappresentante dell'italianità nel mondo. Nel mese di ottobre del 2011 ha ricevuto la citazione d'onore da parte del presidente del Queensborough per il suo contributo culturale per la comunità italiana in America e un anno dopo l'associazione "Italian-American Labor Council" l'ha onorata con il premio per la "Cultura e l'Arte Italiana".

 

Considerata ormai una della cantanti più popolari della comunità italiana e italo-americana di New York, ha preso parte a diversi programmi televisivi statunitensi, ma ultimamente Giada Valenti è tornata a farsi scoprire anche dal pubblico italiano grazie alla partecipazione come ospite della trasmissione Mediaset "Sognando Italia", che racconta la vita professionale degli italiani all’estero, del programma Sky "Marcopolo" e di diversi programmi RAI. In attesa di conoscere la date dei concerti in Italia di quest’estate, gli appuntamenti artistici statunitensi prevedono il 10 febbraio un concerto a New York presso lo storico Lafayette Theatre in Suffern. Il 16 marzo Giada Valenti è attesa al locale "Piano Room Etc Etc" sempre a New York e il 23 marzo è in programma un concerto ad Huntington Station (NY) presso il "Dix Hills Performing Art Center".

 

ICONA TRA GLI ITALO-AMERICANI DI NEW YORK VI PRESENTIAMO LA CANTANTE GIADA VALENTI

Martedì 15 Gennaio 2013 - Chiara Padellaro\aise

QUANDO MUSICA E VOCE FANNO SOGNARE.

Oggimedia intervista Giada Valenti

Martedì 26 Novembre 2013 - Guido Francesco Guida

È la splendida voce di Giada Valenti che quest’anno ha intonato l’inno nazionale italiano sia al Gala 2013 della Fondazione Nazionale Italo-Americana (NIAF) che alle celebrazioni del Columbus Day a New York.

 

Ma Giada Valenti non è soltanto una cantante per le occasioni speciali, con la sua voce eccezionale affascina, ormai, dal 2004 sia gli italo-americani che gli americani stessi. ll suo soul, molto accattivante ed originale, definito pop con sfumature jazz, l’ha resa molto popolare ed amata.

 

Le sue canzoni, di cui è anche spesso autrice, sono molto suadenti e melodiose, capaci di entrare, attraverso tutti i sensi, nella testa e nel cuore di chi ascolta. Una vera armonia che rilassa ed affascina.La cantante, all’anagrafe Cristina Giorgi, è nata a Portogruaro e, dopo aver conseguito il diploma in musica al Tartini di Trieste, iniziò la sua carriera professionista di cantante in Italia. Dopo aver lavorato in diverse nazioni europee, si è trasferita negli USA. Qui GiadaValenti ha subito conquistato il cuore degli americani e degli italo-americani.Tra i suoi CD ricordiamo “Italian Signorina” (2005) e “And I love you so” (2008).Giada Valenti ama il contatto diretto con il pubblico e preferisce comunicare la sua musica nei teatri. Tra i suoi show, sempre sold out, ricordiamo nel 2009 “Tribute to love”, all'Hilton Casino & Resort di Atlantic City, e nel 2010 "An Evening with Giada Valenti” a Broadway (NY). Al Feinstein’s, presso il Regency di NYC, ha presentato con successo, svariate volte, uno spettacolo intitolato “Tributo alle grandi dive d’Europa”, cantando le più famose canzoni di Edith Piaf, Marlene Dietrich, Dusty Springfield, Shirley Bassey, Mina ed Ornella Vanoni. Lo scorso anno la cantante è stata premiata al gala dell’Italian American Labor Council per l’impegno nel promuovere la cultura italiana con la propria musica in America. Giada Valenti scrive con regolarità dei suoi viaggi negli USA e delle bellezze dell’Italia nel suo blog “Giada Valenti: From Italy to NYC With Love” (www.giadavalenti.blogspot.com) molto popolare e letto fra i suoi fan.

 

Oggimedia ha intervistato l'artista dopo la sua ultima performance di novembre, “From Venice with love”, con la quale ha ottenuto uno straordinario successo alla St. John University nel Queens (NYC).

 

Signora Valenti, partiamo dagli inizi della sua carriera in Italia. Quali sono state le sue principali esperienze italiane?

«Beh direi una serie di concorsi canori, come Castrocaro Terme che mi ha permesso di lavorare con Angelo Valsiglio, compositore dei primi successi di Laura Pausini. È stata una meravigliosa gavetta».

 

E dopo l’Italia?

«Grazie alla mia partecipazione a vari concorsi fui selezionata per un tour in Svizzera dove ho conosciuto il mio manager. Successivamente mi trasferii in Olanda. Qui ho firmato il mio primo contratto discografico con la BMG. Ma non ero sufficientemente appagata e u così che, alla ricerca di nuove collaborazioni musicali, mi trasferii a Londra, dove mi venne offerto un Contratto con un editore per scrivere canzoni».

 

Perché ha scelto gli USA come palcoscenico definitivo della sua musica?

«Dopo aver mandato alcune canzoni in giro per il mondo, sono stata invitata a New York dal team del leggendario Clive David. Lavorai con loro per un anno e poi decisi di rimanere in America. Amo questo paese che offre opportunità a chi vuole rischiare e provare ad afferrarle».

 

Com'è il suo rapporto con la musica americana e con gli italo-americani?

«La musica Americana è oramai la musica che sentiamo dovunque. Gli artisti famosi appartengono al mondo. Celine Dion, Michael Bolton, Byoncee, Lady Gaga, Christina Aguilera, Michael Buble. La lista è lunga e li ascoltiamo anche in Italia. Gli Italo-Americani sono stati una grande scoperta per me. In molti non parlano più l'Italiano, non sono mai venuti in Italia, ma dopo i miei concerti vengono a dirmi che sono Italiani, con passione e orgoglio. Mi hanno fatto apprezzare la mia italianità. Il loro orgoglio di essere Italiani ha fatto rinascere il mio orgoglio di essere Italiana. Ora quando canto l'Inno Nazionale Italiano agli eventi ufficiali sento nel cuore l'amore per il mio paese. L'ho imparato qui, dagli Italo-Americani».

 

Sentiamo una certa commozione nella sua voce, ma ci interessa l’America. Quali sono stati i momenti più importanti della sua carriera artistica negli USA?

«Di certo cantare l'Inno Nazionale Italiano in presenza del Presidente Americano Barak Obama, ricevere I complimenti di Nancy Pelosi al NIAF di Washington e i complimenti dal Presidente del Senato Pietro Grasso. Ma anche ricevere diversi premi qui in America per il mio lavoro di musicista e promotrice della cultura Italiana con i miei concerti. L'esibirmi con regolarità nel famoso club di NYC Feinstein's. Ed essere stata selezionata dal leggendario produttore e vincitore di 14 Grammy Awards, Phil Ramone, per un Musical. Avere un team incredibile al mio fianco. Queste sono le piccole o grandi soddisfazioni che mi scaldano il cuore quando mi prende la malinconia».

 

Quali sono i suoi autori preferiti italiani ed internazionali?

«Di certo Gino Paoli, Lucio Dalla e Renato Zero. Ma direi tutti i cantautori Italiani del presente e del passato. Abbiamo la melodia nel DNA. Della musica internazionale Breil, Bacharach, Henry Warren, i Carpenters, i Beatles, i Doors, Michael Bolton. Ma non solo, adoro anche la musica country americana».

 

Sia negli USA che in Europa si assiste ad un graduale declino delle vendite di album, soppiantati dall'ascolto dei singoli tramite download e dalle nuove fruizioni in streaming. Ritiene che il vecchio modo di proporre la musica sia tramontato? Se sì a quali mezzi si affida?

«I tempi sono cambiati. Oramai I CD si vendono solo dopo i concerti. C'e' sempre il desiderio di portare a casa un ricordo autografato. I nuovi canali di vendita permettono di vendere la musica anche in parti remote del mondo, dove non siamo mai stati. Io, ad esempio, ho fan in Cina dove non sono mai andata. Bisogna adeguarsi. Il mondo cambia, ma la passione per la musica no. Io, comunque, amo i tempi moderni e bisogna essere flessibili se si vuole far conoscere la propria musica e stare sul mercato».

 

In cosa consiste il suo progetto "From Venice With Love"?

«È un progetto per la televisione americana PBS. Sono stata invitata a filmare il mio concerto "From Venice With Love". Sarà spettacolare. Verrà costruito per il concerto un bellissimo set dal grande scenografo americano Tom Lenz e mi esibirò con un orchestra completa condotta dal famoso arrangiatore Chris Walden. Produttore musicale per il CD e il DVD di questo progetto sarà il leggendario produttore e musicista Gregg Field. Gireremo poi filmati anche a Venezia, che verranno aggiunti allo speciale televisivo durante i missaggi a Los Angeles. La PBS userà lo speciale televisivo in America per promuovere un tour negli Stati Uniti. È un progetto che mi permetterà di promuovere la mia musica a molte più persone che amano la nostra cultura, musica, lingua e il nostro bel Paese. Un'opportunità unica di promuove anche prodotti del made in Italy con i concerti».

 

Quali i suoi progetti per il futuro ed il sogno che vorrebbe poter realizzare?

«Continuare a promuovere l’Italianità nel mondo, con la mia musica ed i miei concerti. Canto e parlo in 5 lingue. Credo che la comunicazione sia fondamentale e la musica lo fa in modo universale ed unico. Spero di poter inspirare i miei fan alla conoscenza, imparare nuove lingue, essere aperti e rispettare le diversità. Promuovo l'amore con la mia musica. Ed è ciò che amo della musica, l'intensità delle emozioni che regala, l'unità che è in grado di creare. Amo sapere che i miei fan diventano amici tra di loro attraverso la mia musica».

 

Esiste ancora il sogno americano?

«Parli con una sognatrice nata. Non è facile, ma se uno si tira su le maniche e ci prova con convinzione, cuore, passione, sì, il sogno esiste. Bisogna essere pronti a sacrificarsi, a mettersi in gioco e migliorarsi. Ma ci deve essere la passione per quello che si sogna ed ama e questo ci spinge a vivere il sogno. Se il sogno è solo quello di fare soldi e diventare famosi, alle prime difficoltà ci si ferma e ci si arrende, poiché i soldi non vengono subito e le difficoltà sono tante. Nulla è facile in questo mondo».

Ha un consiglio da dare agli italiani in questo momento di crisi tanto politica che di prospettive future?

«Noi italiani amiamo buttarci giù e ci auto-commiseriamo. Promuoviamo anche all'estero le cose negative del nostro paese. Tendiamo a vedere l'erba del vicino più verde della nostra. Nessun Paese è perfetto. La crisi è dovunque e bisogna credere nel cambiamento e restare positivi. Amo la mentalità americana. Quì Il bicchiere è sempre mezzo pieno».Un ultimo consiglio a chi volesse intraprendere la carriera di cantante.

 

Quali pensa siano le doti principali per farlo?

«Prime fra tutte la passione e la perseveranza. Io non sono nata facendo questo lavoro, ma ho cercato le opportunità per fare quello che amo così tanto. Occorre poi riconoscenza per chi ci aiuta. Da soli non andiamo da nessuna parte. Io ringrazio Dio, i miei genitori, i miei fan, il mio team, i miei musicisti. Il talento è un dono di Dio. Io odio l'arroganza, l'invidia e la maleducazione. Sono una sognatrice e credo nella bellezza del mondo e della gente. Bisogna essere sempre pronti e preparati e la gavetta aiuta a farsi le ossa. Grazie a anche a te, caro Guido, per questa opportunità».

 

Grazie a lei signora Valenti per l’intervista. La sua passione ed il suo impegno per la musica sono quanto meno pari al suo talento e sono convinto che la sua voce, oltre che essere ambasciatrice dell’italianità nel mondo, riuscirà sempre a darci, anche per il solo tempo dell’ascolto, quella serenità e quella felicità che tutti ricerchiamo.

 

Canta per il Presidente Obama e fa sognare il pubblico americano: l'Italian Signorina Giada Valenti gira l'Europa, poi elegge New York come sua seconda casa e qui mischia rock, jazz e pop con un tocco tutto personale che fa impazzire gli americani.

 

Clive Davis, il guru della musica americana, talent scout di cantanti come Whitney Houston, Christina Aguilera e Alicia Keys, ha definito la sua voce incantevole. Giada Valenti, rappresenta la voce della musica italiana leggera e melodica negli Stati Uniti e non solo. Veneta di nascita (Portogruaro, Venezia), romana e triestina per formazione (Conservatorio romano di Santa Cecilia e G. Tartini in Trieste), dal 2004 vive a New York dove è arrivata dopo aver girato l’Europa e vissuto in Svizzera e Amsterdam.

 

Gavetta, talento e un pizzico di fortuna, che bussa alla sua porta dopo aver partecipato e vinto, nella categoria cantautori, San Remo Giovani Talenti Nel Mondo e il Festival di Castrocaro. Da lì inizia la sua ascesa. Nel 2005, arriva in America il suo primo CD Italian Signorina che ottiene un successo di pubblico e di critica. Due anni fa si è esibita a Washington davanti al Presidente Obama cantando l’Inno Italiano e dal 2005 è la madrina nel red carpet della Columbus Day Parade.

 

Autrice e interprete, nei suoi concerti Giada fa sognare gli americani, conducendoli in un viaggio virtuale dell’Italia romantica e da sogno. Non solo pop e musica melodica, Giada ha anche un’anima rock e ama la musica country americana. Il suo ultimo CD, il terzo, My Lullaby, sperimenta e mette insieme melodie europee con influenze della world music.

 

Giada racconta a La VOCE i suoi inizi, la sua carriera e la sua gratitudine per NY.

 

Sei arrivata a NY dopo alcuni anni in Europa? Una scelta maturata o solo legata ad alcuni eventi?

 

Io sono un po’ un’avventuriera. Se mi si presenta un’opportunità la prendo al volo. Ed è stato così anche per NYC. Ho incominciato la mia carriera in Italia da bambina partecipando a molti concorsi canori, anche nazionali come Castrocaro. Ma è stata l’Olanda a portarmi fortuna. Mi ci sono trasferita per seguire il mio cuore e là ho incominciato a scrivere canzoni, tra cui Solo Con Te, con cui ho partecipato e vinto, nella categoria cantautori, il San Remo Giovani Talenti Nel Mondo. Quella vincita mi ha portato a firmare un contratto discografico con la BMG Ariola e a pubblicare il mio primo CD. Dopo alcuni anni di successo in Olanda ho incominciato a scrivere canzoni anche in inglese.

Sono stata invitata a scrivere musica a Londra dove mi sono trasferita dopo aver firmato un contratto con una casa editrice musicale londinese. Per un anno ho viaggiato in tutta Europa e ho scritto canzoni anche per altri artisti. Un’esperienza unica. In uno dei miei viaggi, un produttore danese, con cui stavo scrivendo canzoni, si è innamorato della mia voce e mi ha incitata a scrivere delle canzoni anche per me, ma solo in inglese.

Abbiamo scritto e registrato Italian Signorina, I’m A Woman e But Beautiful e il mio manager le ha mandate in giro in tutte le case discografiche, compresa una americana.  Dopo qualche settimana ci ha contattato il team di Clive Davis, il guru della musica americana scopritore di molti dei miei idoli come Whitney Houston, Christina Aguilera e Alicia Keys. Trovava la mia voce “enchanting”, incantevole. Ci ha invitati a NYC e abbiamo deciso di rimanere e giocarci la carta dell’America. In fondo, come dice la canzone “If you can make it there you can make it anywhere”, se ce la fai qui ce la puoi fare dovunque. Non è stato facile, ma piano piano, con duro lavoro e passione, sono riuscita a trovarmi un mio pubblico anche fra gli americani. E ora adoro questo paese che mi sta dando grandissime soddisfazioni.

 

Sei la voce che meglio di altre rappresenta l'Italia. Quella che racconti è un'Italia romantica che forse oggi non esiste. Un'Italia nostalgica…

 

Io credo che l’Italia romantica esista ancora. Solo che spesso noi in Italia non la vediamo e non la apprezziamo più tanto. Spesso noi Italiani non ci rendiamo conto di quanto bello sia il nostro paese. Alle volte bisogna allontanasi da qualcosa per vederla meglio. Ed è così anche per la musica. Negli ultimi anni, i giovani artisti italiani hanno cercato di copiare il sound della musica inglese e americana trovando grande successo in Italia. Purtroppo, spesso, quella musica non ha riscontro all’estero e soprattutto qui in America. Io ho deciso di proporre la melodia, di certo un genere che nessuno come noi italiani sa creare. Anche se non lo vogliamo ammettere, siamo un popolo romantico.

Nei miei spettacoli attiro un pubblico di americani cantando molte canzoni in inglese e comunicando in inglese con loro. Con la mia solarità italiana, li porto in un viaggio virtuale in Italia. Li faccio sognare, con i miei racconti di vita Italiana, nella mia Venezia, e poi li incanto con le loro canzoni preferite che io ripropongo in chiave nuova e moderna, canzoni dei Beatles, The Doors, I Carpenters, Etta James, ma anche Bruno Mars e Pink. E anche alcune mie canzoni inedite naturalmente.

E poi li sorprendo e li faccio emozionare interpretando canzoni del repertorio italiano che non conoscono, di grandi autori come Gino Paoli e Lucio Dalla. È un grande onore e privilegio per me vedere come si innamorano delle nostre meravigliose canzoni. In fondo la musica, come l’amore, non ha bisogno di parole per emozionare.

 

Hai una formazione classica, con studi al conservatorio, ma poi sei passata alla musica leggera. Quanto il tuo background è stato importante?

 

Di certo la formazione classica mi ha dato un imprinting molto importante e sono molto grata ai miei genitori per avermi permesso di avere questa formazione. Ho scelto la musica leggera perché mi permetteva di essere più spontanea, di uscire dalle note dello spartito. I miei spettacoli sono molto eclettici. Passo dal rock, al jazz, al pop dando a tutti questi generi il mio tocco personale. Io credo che la musica sia l’espressione dell’anima. Più che generi musicali io li chiamo espressioni dell’animo. Alle volte siamo felici, alle volte tristi, siamo poi silenziosi e poi rumorosi, alle volte attivi altre volte pigri…e la musica è la colonna sonora delle nostre emozioni. Il mio background classico di certo mi ha permesso di comprendere la bellezza della musica, la struttura della musica, un po’ come la matematica. Poi la formazione classica è la base del bel canto che mi permette di avere una buona tecnica vocale e controllo.

 

Il pubblico americano ti ama. Che sentimenti condividono con te dopo i concerti in America?

 

Io adoro il mio pubblico. Ho molti fans in Europa, in Olanda e Francia che attraversano l’oceano per venire ai miei concerti qui in America. Li chiamo i miei angeli perché davvero fanno volare la mia musica. La cosa che condivido con loro, come del resto tutti gli artisti credo, solo le emozioni. Loro si emozionano e io mi emoziono.

Gli americani, soprattutto a NYC, sono molto selettivi, critici e difficili da accontentare. La scelta per loro di vedere uno spettacolo è ampissima. Quando ho incominciato i miei spettacoli a NYC non è stato facile. Ho iniziato cercando di crearmi un pubblico fra gli italo-americani. Poi, in seguito, sono arrivati anche gli americani. Io dico spesso che ho imparato l’orgoglio di essere Italiana qui in America, dagli italo-americani e dagli americani, dal mio meraviglioso pubblico.

Dopo i concerti incontro immigrati italiani che mi dicono quanto amano l’Italia, di quanto amano e tengono vive tradizioni apprese dai loro nonni italiani. Molti di loro non sono mai stati in Italia, in molti non parlano neanche l’Italiano, ma si sentono italiani. E da loro che ho imparato che appartenere ad un paese è qualcosa di prezioso che è nel cuore, qualcosa di cui si deve essere fieri ed orgogliosi. Girando il mondo con la mia musica mi sono resa conto di come il resto del mondo vede il nostro paese. Certo ci sono problemi, ma niente e nessuno è perfetto.

Ho avuto l’onore di cantare l’Inno Nazionale Italiano in presenza del Presidente Americano Barak Obama a Washington due anni fa. Non lo sapevo neanche l’Inno Nazionale quando abitavo in Italia. Ogni volta che lo canto adesso nelle feste ufficiali qui in America mi sento così fiera della mia italianità. La mia vita è meravigliosa grazie al mio pubblico e ai miei angeli.

 

Quali sono le cantanti che più ami interpretare?

 

Adoro gli Aerosmith e Sting, ma anche Frédéric Chopin e Maria Callas. Sono tantissimi i cantanti e i cantautori che amo. Fra gli Italiani, Riccardo Cocciante e Gino Paoli, Fiorella Mannoia, Mina e Ornella Vanoni. Fra i miei idoli, Edith Piaff, Ella Fitzgerald, Karen Carpenter, Barbra Streisand, Shirley Bassey e Celine Dion. Ultimamente ci sono grandi talenti musicali che amo come Pink, Adele, Bruno Mars e John Legend. Forse più che interpretare canzoni di cantanti preferiti tendo a scegliere canzoni che mi emozionano indipendentemente dal loro interprete. Sono un’incurabile romantica….amo le canzoni d’amore. E amo la musica country americana. Incredibili talenti e bellissime canzoni.

 

New York è anche una città dove la musica ha un ruolo importante. Alcuni artisti italiani però non riescono a fare presa su un pubblico americano. Penso a Jovanotti o Battiato che hanno un pubblico solo di italiani anche in America. Perché secondo te?

 

Io amo Jovanotti e rispetto Battiato. La musica comunica emozioni universali, ma per entrare nel cuore del pubblico americano bisogna prima aprire le porte del cuore con la comunicazione. Spesso gli artisti italiani non parlano un buon inglese, e questo forse è un ostacolo per alcuni di loro. Per farcela in questo paese bisogna fare un passo alla volta e cercare di capire il gusto americano. Sono tutti e due super star in Italia e non so se abbiano voglia di rifare la gavetta anche in America. Personalmente, credo che Lorenzo Jovanotti potrebbe facilmente crearsi un seguito anche fra gli americani. Parla un buon inglese e il suo talento è innegabile. L’ho visto in Concerto qui a NYC. Eravamo tutti italiani effettivamente, ma Lorenzo ha carisma e la sua musica è onesta, semplice e divertente. Se fossi lui, cercherei una collaborazione con un grande nome della musica americana, come Jay Z o Pharrell Williams: un duetto con loro gli aprirebbe di certo le porte dell’America, che si sicuro lo amerebbe. E poi c’è il grande Zucchero. Anche lui sta mettendosi in moto qui in America e per me anche lui potrebbe fare presa. Grande carisma e talento, è un grande comunicatore di emozioni, lo adoro. Abbiamo cantato insieme sul Red Carpet della Parata di Colombo di NYC; non lo conosceva nessuno, ma appena è partita la musica il suo carisma e il ritmo hanno fatto presa. Sento che potrebbe diventare una super star anche in America.

 

È vero che quando gli americani pensano alla musica italiana, si fermano a Bocelli o alla Pausini?

 

Sì, purtroppo al momento gli americani pensano a loro se pensano alla musica italiana. Andrea Bocelli è adorato in questo paese, lo chiamano “la voce di Dio”, e Laura Pausini è adorata dai sud-americani, il mondo latino. Direi che entrambi hanno deciso di portare nel mondo la musica italiana melodica, quella che il mondo ci invidia, quella che il mondo ama. E Laura parla benissimo in spagnolo e portoghese, cosa che di certo le ha permesso di entrare nel cuore del mondo latino. Rispetto e adoro entrambi questi artisti. Davvero due artisti che con passione e perseveranza stanno portando la musica Italiana nel mondo.

 

La colonna sonora ideale per descrivere New York?

 

Direi per me I Believe I Can Fly. New York è una città piena di opportunità, di energia. Ti rende instancabile. Ti fa sognare. Ti guardi intorno ogni giorno e vedi realtà incredibili di persone che dal niente si sono creati vite da sogno. Nei miei 8 anni qui a NYC ho incontrato persone che hanno aperto nuovi orizzonti alla mia creatività e immaginazione, persone incredibili. Sono sempre stata una persona positiva e piena di passione, una persona che ha sempre seguito il suo cuore e cercato di vivere dei suoi sogni. Questa è di certo la città perfetta per me…non vorrei essere fraintesa, neanche l’America regala niente, bisogna lavorare senza sosta e fare sacrifici, ma NYC ti riempie di carica e tutto sembra possibile.

GIADA VALENTI...Una Voce d'Angelo

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